L’urina del cane è una soluzione complessa che permette ad alcuni sali di restare disciolti nel mezzo in condizioni di sovrasaturazione. Tuttavia, l’urina sovrasatura ha sempre in sé la potenziale capacità di precipitare o la tendenza a fare aggregare i sali presenti in soluzione formando dei cristalli. Se i cristalli, continuano ad aggregarsi fra di loro e non vengono eliminati con l’urina, si potranno formare i cosiddetti “uroliti” o “calcoli”. Tali uroliti possono ledere la mucosa delle vie urinarie, provocare fenomeni infiammatori e predisporre la mucosa stessa a gravi infezioni batteriche. I riscontri più comuni sono rappresentati da ematuria e disuria. Se, uno o più uroliti si fermano nell’uretra, si può determinare un blocco dell’urinazione, la quale rappresenta un’emergenza medica e chirurgica.

Nel cane la diffusione della calcolosi è verosimilmente attestata tra 0,5 e il 3% della popolazione.

Il bulldog, con il bassotto, il basset hound e lo Yorkshire, è la razza più predisposta alla calcolosi da cistina e, dopo il dalmata, la razza più predisposta alla calcolosi da urati.

La causa primaria responsabile della formazione dei calcoli di cistina è la cistinuria, una disfunzione ereditaria del riassorbimento dell’aminoacido cistina da parte dei tuboli renali.

I bulldog cistinurici riassorbono una percentuale di cistina molto più piccola di quella filtrata dal glomerulo renale ed alcuni possono perfino avere una secrezione netta di cistina. Inoltre, la presenza di condizioni favorevoli, come il ph acido dell’urina, porta la cistina ad organizzarsi prima in cristalli e poi in calcoli.

I calcoli di cistina vengono riscontrati con maggior frequenza nei maschi (>90%)poiché maggiore è la difficoltà di espellere calcoli di una certa grandezza attraverso l’uretra maschile che, delimitata dall’osso del pene, ha minore possibilità di espansione rispetto a quella della femmina.

I calcoli di cistina compaiono anche in cani molto giovani, di età media compresa tra i 2 e i 5 anni e l’incidenza di questa patologia nel Regno Unito è di 10 volte superiore a quella riscontrata negli Stati Uniti, a causa probabilmente della grande diffusione che hanno in quel Paese le razze maggiormente esposte.

I consigli medici per ottenere il dissolvimento di questo tipo di calcoli senza ricorrere all’intervento chirurgico e per prevenirne il riformarsi comprendono una riduzione dell’apporto proteico con una dieta commerciale specifica, l’alcalinizzazione dell’urina e la somministrazione di farmaci contenenti tioli. Il ph dell’urina dovrebbe essere mantenuto intorno a valori di 7,5, somministrando, se necessario, del citrato di potassio per via orale. I farmaci a base di tioli e nello specifico a base di tiopronina non sono attualmente disponibili in Italia e con difficoltà bisogna procurarli in Francia con il nome commerciale di Acadione.

La calcolosi da urati o iperuricosuria (HUU) colpisce per il 60% dei casi cani dalmata a seguito di un loro difetto metabolico particolare, in conseguenza del quale la trasformazione a livello epatico dell’acido urico in allantoina è rallentata, portando questo ad una maggiore escrezione di urati nelle urine.

Oltre al dalmata anche il bulldog inglese è predisposto all’ insorgenza della HUU a causa di una disfunzione ereditaria. Tale calcolosi può essere anche una conseguenza di epatopatie primarie, che provocano un aumento dell’escrezione renale di urati d’ammonio.

Anche la iperuricosuria è più frequente nei soggetti maschi (>85%) con una età media di 5 anni.

Il dissolvimento dei calcoli di urati non associati a insufficienza epatica dovrebbe prevedere una dieta a basso contenuto di proteine, la produzione di un’urina alcalina e la somministrazione di un farmaco a base di allopurinolo che riduce le concentrazioni sieriche e urinarie di acido urico.

Per entrambi i tipi di calcolo, spesso, la terapia medica non risolve la patologia e bisogna ricorrere all’intervento chirurgico e a controlli periodici. I calcoli si riformano nel 25% dei bulldog e non è evenienza rara che in un singolo soggetto possano riformarsi anche tre o più volte nel corso della vita, con grande frustazione da parte del proprietario.

Fortunatamente la ricerca scientifica sempre più avanzata ci offre la possibilità di ottenere sofisticate soluzioni per quanto riguarda la prevenzione della iperuricosuria e della cistinuria; abbiamo ora a disposizione test del DNA finalizzati allo studio della predisposizione e della trasmissione dei geni responsabili.

Entrambe le malattie sono genetiche autosomali recessive per cui, per manifestarsi, entrambi i geni che determinano quel carattere devono essere mutati. I test genetici ci permettono di dividere i nostri bulldog in tre categorie: i clears o sani che non hanno alcuna mutazione sui geni responsabili della malattia, i carriers o portatori sani che presentano la mutazione in eterozigosi e gli affecteds o malati che presentano la mutazione in omozigosi.

Nel Regno Unito, a partire dal 2011 il Kennel club ha reso fruibile un database dei bulldog testati per l’iperuricosuria e lo Junior Bulldog Club ha avviato una campagna di sensibilizzazione per la prevenzione attraverso seminari e la divulgazione di come il problema si trasmetta alla progenie.

Attualmente sono stati inseriti nel database 219 bulldog di cui 135 clears (61,6%), 77 carriers (35%) e 10 affecteds (4,5%). Tra gli affecteds l’80% sono femmine, quindi soggetti testati che probabilmente non avranno alcuna sintomatologia nelle loro vita; presumo quindi che la stessa percentuale di soggetti possa essere costituito da maschi non testati perché già affetti dalla malattia. La percentuale degli affecteds con quest’ultimi potrebbe quindi salire al 7-8%.

In Italia non è attualmente disponibile il test genetico per HUU, quindi per testare i nostri bulldog possiamo rivolgerci ai laboratori tedeschi Laboklin inviando un campione di sangue da testare.

L’italiana Vetogene ha recentemente messo a disposizione un test genetico nei confronti della cistinuria congenita, patologia che in Italia potrebbe essere più diffusa dell’iperuricosuria.

Parlando da veterinario, mi sento di consigliare vivamente questi test sui nostri riproduttori perché la selezione deve riguardare prima di tutto l’eliminazione di queste patologie.

Tramite questi test possiamo programmare i giusti accoppiamenti secondo quanto segue:

clear X clear = 100% cuccioli clears (accoppiamento consigliato)

clear x carrier = 50% cuccioli clears + 50% cuccioli carrier (accoppiamento consigliato, testare tutti i cuccioli)

clear X affected = 100% cuccioli carriers (accoppiamento consigliato)

carrier x carrier = 50% carriers, 25% affecteds e 25% clears (accoppiamento sconsigliato)

carrier x affected = 50% affecteds e 50% carriers (accoppiamento sconsigliato)

affected x affected = 100% affecteds (accoppiamento sconsigliato)

L’interesse verso queste patologie è molto alta in Italia e il Circolo Italiano Bulldog ha dedicato gran parte della giornata sulla salute del 29-09-2012 alla relazione della Prof.ssa Paola Scarpa dell’Università Veterinaria di Milano, la quale ha presentato dei casi clinici di calcolosi urinaria nella nostra razza, le difficoltà nella diagnosi e nel trattamento.

La cistinuria e la iperuricosuria sono malattie che possono compromettere la funzionalità del bulldog, per cui l’allevatore che vende un soggetto malato potrebbe incorrere nel vizio redibitorio con tutti i problemi che ne intercorrono.

Naturalmente la garanzia di vendere un cucciolo esente da tale malattia apporta un indiscusso valore aggiunto all’allevamento e alla serietà dell’allevatore.

Io stesso, come allevatore, posso assicurare che consegnare ai futuri proprietari cuccioli testati verso patologie genetiche da’ grande soddisfazione e serenità.

Dr. Bruno Zizioli (Medico Veterinario, ZIZIBULL Kennel)