E’ risaputo che tutte le razze di cani hanno patologie alle quali sono particolarmente predisposti. Negli ultimi anni, tali predisposizioni sono state poste sotto il riflettore a tal punto che, in UK, il kennel club ha riscritto le regole per la registrazione, l’allevamento e l’expo.

La predisposizione di razza è definita come ”un rischio aumentato per una determinata condizione in una razza”. Questo non significa che le predisposizioni di razza siano necessariamente malattie ereditarie, sebbene molte lo siano. Infatti, per esempio, gli usi per la quale la razza è stata selezionata possono influenzare la predisposizione verso determinate patologie.

Ogni animale è dotato di un numero grandissimo di cellule che raggruppate costituiscono tessuti, formano organi e apparati anatomici. La cellula ha una vita sua propria in quanto capace di nutrirsi, respirare e moltiplicarsi; in essa è presente il nucleo, entro il quale sono ubicati i cromosomi. I cromosomi sono fondamentalmente costituiti da proteine e da DNA depositario dell’intero patrimonio ereditario. Ogni frammento più o meno lungo delle molecola di DNA corrisponde ad un “gene”. I cromosomi nel nucleo sono disposti a coppie in un numero specifico per ogni singola specie: nel cane ci sono 78 cromosomi, cioè 39 coppie di cromosomi detti omologhi. L’unica coppia di cromosomi che può essere differente è quella dei cromosomi sessuali che, a seconda del sesso dell’individuo, può essere XX nella femmina e XY nel maschio. Tutte le cellule somatiche di un organismo possiedono lo stesso numero di cromosomi e sono uguali in tutti i tessuti.

Come detto, i cromosomi sono posti in coppie; quelli di ogni coppia (omologhi) sono uguali tra di loro e quindi contengono gli stessi geni allineati allo stesso modo e posto (locus). Si stima che nel cane siano presenti tra i 35.000 e i 40.000 geni.

Tali geni presenti nel medesimo locus della coppia di cromosomi omologhi, influenzano lo stesso carattere, da soli o con la partecipazione di altre coppie di geni. I membri di ciascuna coppia di geni, presenti nello stesso locus dei due cromosomi omologhi, possono essere uguali oppure differenti . Ogni variante del medesimo gene di ogni coppia genica è chiamato allele: ogni individuo è sempre dotato per lo stesso carattere di due alleli, che possono essere,appunto, uguali o diversi. Spesso, fra i due alleli che si riferiscono alla stesso locus e che influenzano lo stesso carattere, uno risulta dominante e i suoi effetti nascondono i possibili effetti dell’altro allele, che viene pertanto chiamato recessivo. Analogamente i caratteri che corrispondono ai due alleli si dicono rispettivamente carattere dominante e carattere recessivo.

Le cellule germinali, spermatozoi e ovulo femminile, sono le uniche che presentano nel nucleo un solo cromosoma al posto di ciascuna coppia originale. In tali gameti il numero di cromosomi è ridotto a metà rispetto a quello delle cellule somatiche , questo perché con la fecondazione si possa ristabilire il numero di cromosomi caratteristici della specie. Il processo che porta alla divisione del numero di cromosomi nelle cellule germinali si chiama meiosi ed esso è il momento cruciale della trasmissione ereditaria.

Le possibili alternative con cui un carattere ereditario si manifesta dipendono essenzialmente dal rimescolamento dei geni che si verifica nel corso della meiosi e dal loro appaiamento nella successiva fecondazione. Se i due alleli, quello paterno e quello materno, ricevuti dai figli sono uguali, si parla di condizione omozigote, mentre se i due alleli sono diversi si parla di condizione eterozigote.

La variabilità genetica all’interno di una popolazione è essenzialmente determinata dagli accoppiamenti casuali che assicurano continue nuove combinazioni alleliche in ciascuna generazione.

E’ importante sottolineare che la forte spinta selettiva operata dall’uomo nei confronti degli animali d’interesse economico e zootecnico, compresi quindi i cani di razza, ha condizionato la possibilità dell’accoppiamento casuale, tanto che il grado di variabilità genetica in molte razze è progressivamente diminuito.

Inizialmente la selezione era volta verso caratteristiche pratiche, come la velocità, la capacità di radunare il gregge, l’abilità nella caccia; con il tempo la selezione cambiò verso i tratti estetici, creando razze di cani da compagnia adatte all’ambiente umano. Quando le pratiche di allevamento furono raffinate e la genetica scoperta, il ricorso all’imbreeding permise il fissaggio delle caratteristiche desiderate. Sfortunatamente l’imbreeding riduce la variabilità genetica dentro una razza e tende ad accentrare la presenza di geni recessivi deleteri, che possono essere causa di malattie genetiche.

La malattia genetica è un’alterazione del patrimonio genetico che coinvolge il DNA delle cellule germinali e viene poi trasmessa da una generazione all’altra.

Si distinguono le malattie genetiche poligeniche, ovvero legate ad alterazioni di più geni o parte di essi, e monogeniche, in cui è sufficiente la mutazione di un unico gene perché il fenotipo cambi. I caratteri poligenici sono però meno ereditabili rispetto a quelli monogenici poiché la loro trasmissione appartiene alla genetica quantitativa, in cui la determinazione del fenotipo è influenzata in modo decisivo dall’ambiente; per esempio la displasia dell’anca, nella quale l’alimentazione, l’attività del soggetto, il peso e la morfologia possono determinarne la manifestazione clinica.

La maggior parte delle malattie genetiche riconosciute nel cane sono monogeniche autosomiali recessive, il che porta alla difficoltà di identificarle ed eliminarle nei programmi di allevamento. Grande importanza hanno i maschi, soprattutto i campioni che effettuano numerose monte e quindi sono responsabili della trasmissione di eventuali geni negativi nella loro diffusa prole. L’imbreeding comunque è necessario per concentrare i geni desiderati e, promuovendo l’omozigosi, permette lo smascheramento dei geni deleteri manifestandoli. Questo permette poi di eliminarli nelle generazioni successive.

Lo studio del genoma canino è iniziato negli anni novanta, con il “Dog Genome Project”, consorzio che ha permesso ai ricercatori di mappare, cioè sequenziare le basi nucleotidiche e di studiare così le patologie ereditarie.

Lo studio del profilo genetico è oggi obbligatorio per tutti i soggetti che rientrano nella riproduzione selezionata, permettendone l’identificazione. Tramite tale studio si è potuto mettere a punto alcuni test genetici per identificare le patologie, con essi è possibile individuare i portatori asintomatici , in modo che possano essere correttamente utilizzati nella riproduzione, incrociandoli con soggetti sani. Inoltre, nel caso di patologie ad insorgenza tardiva, i test genetici, ci permettono di identificare prima della sintomatologia i soggetti affetti, escludendoli dalla riproduzione.

Nella specie canina si riconoscono ogni anno 5-10 nuove patologie ereditarie e attualmente se ne contano circa 500. Quando si sospetta una patologia ereditaria, è necessario valutare con attenzione l’anamnesi remota e l’intero gruppo familiare (fratelli, genitori, nonni ) dal punto di vista sia clinico che genetico.

Nell’elenco seguente sono riportate le patologie predisponenti nella razza Bulldog Inglese:

Condizioni cardiovascolari:

•  Stenosi della valvola aortica: malattia congenita, ad eredità autosomiale dominante oppure poligenica; il bulldog presenta un rischio relativo 5 volte superiore alla popolazione canina generale. Non vi è predilezione di sesso.

•  Stenosi della valvola polmonare: terza più frequente malattia congenita del cuore nella popolazione canina, probabilmente ad ereditarietà poligenica, può essere associata all’anormale sviluppo delle arterie coronariche, nel bulldog il rischio relativo è di 12,9 volte superiore alla media generale.

•  Tetralogia di Follot: congenita ma piuttosto rara.

• Difetto del setto ventricolare: rischio di 5 volte superiore nel bulldog rispetto alla popolazione canina generale, non c’è predilezione di sesso.

Condizioni dermatologiche:

•  Alopecia stagionale dei fianchi: si presume una causa genetica. L’alopecia inizia a 2-4 anni di età ed è localizzata ai fianchi e si presenta in autunno e primavera.

•  Demodicosi: il bulldog è la decima razza con il più alto rischio statistico verso questa malattia in USA. E’ una condizione piuttosto comune nei soggetti giovani con la forma localizzata e non c’è predisposizione di sesso. La patogenesi non è del tutto chiara; concorrono fattori genetici e immunologici. L’incidenza nella razza può variare dalla localizzazione geografica.

•  Iperestrogenismo: per eccesso di ormoni sessuali si hanno manifestazioni dermatologiche; è piuttosto rara e colpisce femmine vecchie e non sterilizzate.

•  Intertrigo: sono interessate in particolare le pliche facciali e quelle della coda soprattutto se a cavaturacciolo e incarnita.

•  Acne: caratterizzata da foruncolite/foruncolosi sul mento o sulle labbra, nella patogenesi giocano un ruolo determinante lo sfregamento del muso con conseguenti traumi, ormoni e fattori genetici.

•  Pododermatite/cisti interdigitali: colpisce bulldog di ogni età e sesso anche se i maschi sono più predisposti; vengono colpiti principalmente gli arti anteriori.

•  Linfoedema primario: senza predisposizione di sesso, si vede in certe linee di sangue dove una congenita forma di edema linfatico può essere presente alla nascita o poco dopo, soprattutto agli arti.

Condizioni endocrine:

•  Ipotiroidismo: sindrome dovuta all’insufficiente elaborazione o secrezione degli ormoni tiroidei. Il bulldog è una razza ad alto rischio e può colpire soggetti giovani di 2-3 anni. Il rischio aumenta nei soggetti maschi e femmine sterilizzati.

Condizioni gastrointestinali:

•  Palato molle: congenito, probabile ereditarietà autosomiale recessiva.

Condizioni ematologiche/immunologiche:

•  Emofilia A: grave deficit del fattore plasmatico di coagulazione VIII, familiare nel bulldog

Condizioni muscolo scheletriche:

•  Lussazione congenita del gomito: patologia ereditaria anche se la componente nutrizionale, ambientale ed il rapido accrescimento possono giocare un ruolo fondamentale; è una malattia poligenica, quindi espressione della interazione di più componenti geniche. Compare tra i 4-6 mesi di età.

•  Rottura del legamento crociato craniale: frequente causa di zoppia degli arti posteriori. I soggetti sterilizzati e vecchi sono maggiormente predisposti. Nel bulldog la possibilità che si rompa il crociato è 2,17 volte superiore rispetto al totale della popolazione canina (odds ratio).

•  Emivertebre: anomalia congenita

•  Displasia dell’anca: molto comune, odds ratio di 1,27, genotipo e ambiente giocano un ruolo fondamentale. Fattori come l’alimentazione, la velocità di accrescimento, l’esercizio fisico o eventuali traumi possono condizionare lo sviluppo della displasia; la componente genetica è controllata da un insieme di molti geni, ereditarietà poligenica dominante a penetranza incompleta.

•  Panosteite eosinofilia o enostosi: patologia autolimitante ad eziologia sconosciuta. I giovani maschi sono predisposti, evoluzione generalmente favorevole, odds ratio di 1,9

•  Lussazione mediale della rotula: condizione frequente, odds ratio di 6,1

•  Osteocondrosi: disturbo trofico localizzato alle cartilagini articolari o in accrescimento. I maschi sono predisposti, compare tra i 5-12 mesi, odds ratio molto elevata di 44,2.

Condizioni neoplastiche:

•  Istiocitoma cutaneo: razza a rischio. Età media di 3,6 anni anche se il 50% dei casi sono sotto i 2 anni; sono colpiti soprattutto testa, orecchie e arti.

•  Chemodectoma: più comune neoplasia della base del cuore; si osserva più frequentemente nelle razze brachicefale come il bulldog e i vecchi maschi sono predisposti.

•  Limfoma cutaneo: razza a rischio, età media 9,6 anni.

•  Linfoma: neoplasia linfoide maligna che si può sviluppare in vari organi come i linfonodi, fegato e milza. Il bulldog è una razza a rischio e la maggior parte dei casi si manifesta tra i 6-7 anni

•  Mastocitomi: neoplasie della cute, si può avere ad ogni età ma normalmente si vede in soggetti vecchi. Le aree predisposte sono gli arti posteriori, il perineo e lo scroto.

Condizioni neurologiche:

•  Sordità congenita: la prevalenza nel bulldog non è conosciuta. La trasmissione genetica non è chiara; nella popolazione canina è associata al mantello bianco e alla eterocromia dell’iride.

•  Discospondilite: infezione del disco intervertebrale e dei corpi vertebrali adiacenti. E’ una patologia rara che colpisce soggetti di giovane o media età. I maschi sono più colpiti delle femmine, odds ratio 3

•  Spina bifida: congenita, forse per un gene autosomico recessivo; l’anomalia deriva da una mancata fusione durante il periodo embrionale delle due metà del processo spinoso delle vertebre; condizione rara.

Condizioni oculari:

•  Distichiasi: presenza di una seconda fila di ciglia (ciglia ectopiche) che fuoriescono dalle aperture delle ghiandole di Meibonio, è una affezione congiuntivale, probabilmente ereditaria.

•  Ectropion: arrovesciamento in fuori della palpebra, probabilmente ad ereditarietà poligenica.

•  Entropion: arrotolamento del margine libero della palpebra verso la cornea, probabilmente ad ereditarietà poligenica; più spesso colpisce la palpebra inferiore.

•  Cheratongiuntivite secca: infiammazione progressiva della cornea e della congiuntiva causata da una carenza della componente acquosa del film lacrimale.

•  Prolasso della ghiandola della membrana nictitante (cherry eye): razza ad alto rischio, normalmente si verifica tra i 2 mesi e i 2 anni di vita.

•  Macroblepharon: eccessiva lassità della palpebra inferiore, generalmente associata nelle razze brachicefale ad esoftalmo (protusione del globo oculare); evolve in cheratopatie e nei casi gravi al “diamond eye”. Probabile eredità genetica.

•  Displasia della retina: eccessiva differenziazione della retina alla nascita, patologia congenita; è sospettata una ereditarietà autosomiale recessiva.

Condizioni psicologiche:

•  Acondroplasia: nanismo genetico; sono colpiti gli arti e il cranio.

Condizioni renali e urinarie:

•  Uretere ectopico: può essere uni o bilaterale, provoca incontinenza, è comunque una malformazione congenita molto rara e soprattutto colpisce le femmine. Si diagnostica entro 1 anno di età.

•  Sacrocaudal dysgenesis: condizione ereditaria muscolo scheletrica dove le vertebre sacrali e della coda non sono sviluppate correttamente. Sono segnalati rari casi.

•  Prolasso dell’uretra: protusione della mucosa uretrale oltre l’estremità del pene, relativamente frequente nel bulldog, colpisce i maschi soprattutto giovani dai 4 mesi di età fino ai 5 anni.

•  Fistola uretrorettale: è una rara condizione congenita che si riscontra principalmente nel bulldog. Colpisce più frequentemente i maschi rispetto alle femmine.

•  Cistinuria: disfunzione ereditaria del riassorbimento dell’aminoacido cistina da parte dei tuboli renali. I bulldog presentano calcoli di cistina con una frequenza 32 volte maggiore rispetto alle altre razze e la probabilità che in caso di calcoli essi siano da cistina risulta di 154 volte maggiore rispetto alle altre razze. Principalmente colpisce maschi con età di 2-5 anni; ereditarietà autosomiale recettiva con due mutazioni in omozigosi del gene SLC3A1.

•  Iperuricosuria: disfunzione ereditaria con formazione di calcoli da urati in vescica. E’ più frequente nei soggetti maschi (>85%) con una età media di 5 anni; ereditarietà autosomiale recettiva con una mutazione in omozigosi del gene SLC2.

Condizioni riproduttive:

•  Criptorchidismo: difetto di migrazione di uno o dei due testicoli nello scroto; ereditarietà autosomiale recessiva, piuttosto frequente nel bulldog.

•  Distocia: il bulldog è una razza predisposta ad una distocia da ostruzione per la strettezza del canale pelvico della madre in rapporto alle dimensioni dei cuccioli.

•  Prolasso o iperplasia della vagina: prevalentemente colpisce femmine giovani durante il proestro tra il primo e il terzo calore.

Condizioni respiratorie:

•  Ipoplasia della trachea: condizione frequente; il 55 % dei casi di ipoplasia della trachea riguardano il bulldog che ha il rapporto diametro trachea / diametro ingresso torace più basso di tutte le razze.

•  Sindrome brachicefalica: conseguenza della selezione delle caratteristiche facciali ipertipiche: narici strette, palato molle eccessivo, stress respiratorio che può essere associato ad un edema polmonare non cariogeno. L ‘aerofagia associata a questa condizione può dare eccessiva flatulenza.

Molto importante è conoscere le malattie predisponenti nel bulldog poiché permette al veterinario e all’allevatore di avere gli strumenti e le misure preventive per ridurre il rischio di malattia.

E’ fondamentale poter sottoporre i propri soggetti ai test genetici sul DNA, sebbene questi possano essere utilizzati solo verso le patologie monogeniche. Sarebbe altresì auspicabile pianificare programmi di screening e creare una banca dati nazionale che permetta il calcolo del coefficiente d’imbreeding per poter misurare la consanguineità dei soggetti che si intende utilizzare in riproduzione, come sta perseguendo il Kennel club con successo.

Dr. Bruno Zizioli (Medico Veterinario, ZIZIBULL Kennel )